

Il 24 giugno a Firenze si festeggia San Giovanni Battista patrono della città. I festeggiamenti nel corso dei secoli, hanno avuto periodi ineguagliabili per bellezza, decoro e successo. San Giovanni Battista, il precursore di Cristo, è stato venerato, dalla chiesa cattolica, ma anche utilizzato come iconografia atta a simboleggiare la città e il proprio potere, coinvolto inoltre nella politica cittadina per ostentare potenza e controllo. La Società di San Giovanni Battista, erede delle più antiche congregazioni legate al precursore di Cristo, sia come retaggio culturale che per eredità nel cambiamento del credo cittadino e conversione religiosa, ha portato nel tempo a intitolare a nome del santo, feste, palii, riti, simboli, gesta eroiche e manifestazioni di ricchezza e potenza.
I nostri giorni sono mediamente più poveri simbolicamente, nel corso del tempo molta più attenzione era riposta alla simbolica funzione delle rappresentazioni per il divertimento popolare.
Se San Giovanni Battista rappresenta ormai da secoli il simbolo religioso per eccellenza, uno dei simboli pagani più importanti per Firenze è il Marzocco, un leone eretto e rappresentato per decine di secoli in scultura, pittura e in ogni altra forma artistica a simbolo del potere popolare. La tradizione dell’animale totemico nelle città italiane del medioevo era molto forte (1) in particolare a Firenze, ma anche a Venezia, che ha come iconografia rappresentativa proprio un leone, simbolo anch’esso della repubblica, come a Firenze.
Questa identificazione si riflette in molti stemmi cittadini e spesso è stato utilizzato nella rappresentazione di stemmi araldici del tempo. Gli stessi Gonfaloni di Compagnia, suddivisione dei quartieri amministrativi civili e militari della Firenze repubblicana, portano il leone come simbolo identificativo: il Lion Rosso e il Lion Bianco per il quartiere di Santa Maria Novella, il Lion Nero per il quartiere di Santa Croce, il Lion d’Oro per il quartiere di San Giovanni; anche in alcuni stemmi di grandi famiglie fiorentine, il leone è sempre stato a Firenze un’icona importante, rappresentativo della città e del suo popolo.
In epoca rinascimentale, possedere un leone vivo, ed esporlo in pubblico, era considerato segno di potenza e ricchezza.
Sul Marzocco esistono numerose leggende che evidenziano l’attaccamento della popolazione alla simbolica rappresentatività cittadina. Una di queste è legata a Ercole come fautore della nascita di Firenze. Ercole avrebbe tagliato il colle tra Signa e Montelupo, rimuovendo un grosso macigno (la Gonfolina) che impediva il deflusso delle acque bonificando la piana paludosa alle pendici di Fiesole. Sulla piana rimase il letto di un fiume al quale venne dato il nome Arno, che in lingua aramaica significa «leone vittorioso». (2)
Ma la leggenda più famosa riguarda una statua che raffigurava il dio Marte posizionata sul ponte principale di Firenze. La statua, vecchia di secoli e più volte caduta in Arno, ogni volta ripescata e riposizionata, era talmente erosa che per la sua fisionomia avrebbe abbozzato (forse) la raffigurazione di un leone, ma non conosciamo in verità cosa rappresentasse originariamente. Con l’alluvione del 1333, quella che distrusse il ponte (vecchio), anche la statua dedicata al dio Marte scomparve con la grande piena dell’Arno e non fu mai più ritrovata.