Pro Loco Signa A.P.S.
DOMENICO SEBASTIANO MICHELACCI

DOMENICO SEBASTIANO MICHELACCI

IDEATORE DEL “CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE” E DEL MADE IN ITALY

Domenico Sebastiano MICHELACCI è nato a Galeata (provincia di Forlì) il 29 gennaio 1769 e, quindi, non è bolognese, ma toscano. Infatti Galeata appartiene alla porzione che fino al 1923 ha fatto parte della regione Toscana, denominata appunto oggi Romagna Toscana.

Un doveroso tributo a Domenico Sebastiano  Michelacci che con il suo rivoluzionario metodo di coltivazione riuscì ad ottenere paglia finissima destinata alla realizzazione di cappelli noti ovunque come “chapeaux de paille d’Italie” o “Cappello di Paglia di Firenze” e diffusi nel mondo come primo esempio di prodotto made in Italy.

Si trattò di una iniziativa rivoluzionaria che consentì al comprensorio fiorentino di diventare il primo produttore di cappelli di paglia di qualità in tutto l’Occidente. Domenico Sebastiano Michelacci era nato a Galeata, piccolo centro attualmente in provincia di Forlì, ma allora facente parte della Romagna toscana, il 29 gennaio 1669. Nel 1714 a Signa iniziò a mettere a punto una innovativa tecnica di coltivazione della paglia da intreccio che permise di ottenere trecce finissime con cui fece realizzare raffinati cappelli. Per primo, come riporta la lapide presente nella chiesa di San Miniato a Signa, ove fu sepolto, esportò e vendette all’estero i cappelli di paglia. Morì a Signa il 3 agosto 1739.

Domenico Sebastiano Michelacci ebbe in moglie Maria Caterina Niccolai, dalla quale non avendo avuto prole adottò, per proprio figlio, Francesco Michelacci suo nipote ex frate, come si ha da un istrumento del di 28 Aprile 1737 rogato da Ser Pier Francesco Parigi.

Domenico Michelacci fu addetto all’Arte de’ Medici e Speziali, come risulta dalla seguente ricevuta: “Addì 21 Giugno 1734 Domenico Michelacci pagò «all’ Arte de’ Medici e Speziali per solita tassa lire 1. 10. – (firmalo) Filippo Galantini Camarlingo»”

Dopo la morte di Domenico Sebastiano I’arte da esso introdotta, o vogliamo dire perfezionata ed estesa per Ia coltura del nuovo seme e per l’aperto commercio coll’estero, fu proseguita dal nipote di Iui e figlio adottivo Francesco – come si ha da un istrumento del di 28 Aprile 1737 rogato da Ser Pier Francesco Parigi – che se ne occupò fino alla sua morte accaduta nell’Aprile 1765, nel qual tempo l’arte procedeva con prospero successo.

Anche Francesco fu addetto non solo a quest’ Arte, come ce lo dimostra una ricevuta colla data del 3 Novembre 1740, ma a quella pure dei Fabbricanti e all’altra dei Linaioli per l’eseguilo pagamento delle rispettive tasse; e si riscontra da due separate ricevute del dì 21 Luglio 1758 e 6 Aprile 1759.

Sposò Maria Violante di Gaudenzio Bucciolini ed ebbe due figli Vincenzo e Domenico.

Vincenzo Michelacci nacque a Signa nel 1762 e fu Professore di Medicina e Chirurgia e pubblico Iettore di Ostetricia nell’Arcispedale di S. Maria Nuova, Ostetrico al servizio delle Regie Corti di Toscana, di Lucca, di Napoli e mori in Firenze l’8 Maggio 1834.

Domenico Michelacci fu maestro dei chierici della Basilica di S. Lorenzo, letterato di gran rinomanza per i suoi scritti sia in prosa come in versi; la maggior parte dei quali, tuttora inediti, si conservano dal suo nipote Giuseppe e da molti amici di lui. Questi scritti, raccolti e ordinati diligentemente, potrebbero essere con molta utilità dati alle stampe. Fu socio dell’Accademia dei Georgofili e di molle altre, e mori in Signa nella casa paterna il 10 Settembre 1817, in età di anni 59.

I loro discendenti non proseguirono il commercio intrapreso dai loro autori, perché Vincenzo e Domenico figli del ricordato Francesco essendosi dati, l’uno alla medicina e chirurgia, l’altro al sacerdozio e alle lettere, era per essi affatto incompatibile l’esercizio di qualunque arte industriale, così lasciarono ad altri godere i vantaggi che l’arte medesima andava già prodigando.