Pro Loco Signa A.P.S.
Giovanni Prrini

Giovanni Prrini

Nasce a Genova nel 1877, muore a Roma nel 1958 .

Biografia

Conclusi gli studi all’Accademia Ligustica di Genova esordisce esponendo una scultura in gesso dal titolo “La tentazione di S. Antonio” alla XLIII Esposizione di Belle Arti di Genova.
Si trasferisce a Roma alla fine del 1900 e qui conosce Duilio Cambellotti e Giacomo Balla.

La sua casa-studio di via Nomentana, animata dall’ospitalità della moglie, la poetessa Orazia Belsito, diviene presto luogo di ritrovo di giovani artisti come Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Duilio Cambellotti e Gino Severini.

Nei primi anni del Novecento approccia la materia ceramica.
Nel 1905 espone alcuni disegni, studi, carboncini e bronzi in una sala a lui dedicata agli “Amatori e Cultori d’Arte di Roma”.

Nel 1911, in occasione dell’Esposizione Nazionale di Roma, gli viene affidata l’esecuzione del fregio del pronao della Galleria Nazionale d’Arte Moderna che lui decora con il bassorilievo “L’artista e le battaglie artistiche” o “Peana delle arti”.

Nel 1913 aderisce alla Secessione Romana e l’anno successivo espone alla mostra organizzata dal gruppo, alcune opere tra cui “Le gemelle Azzariti”.

Nel 1915 diviene professore di Ornato all’Istituto Superiore di Belle arti.
Dal 1915 al 1925 si dedica professionalmente alla ceramica e nel 1916 espone alla Mostra della Secessione Romana una piccola testa di medusa di ceramica invetriata.
Nel 1917 firma con Galileo Chini un manifesto dal titolo ”Associazione Propaganda Artistico-Industriale” a favore delle Arti Applicate.

Dopo la guerra, che lo vede direttore della fabbrica di giocattoli “SFAGI” di Roma, torna alla ceramica e partecipa, nel 1922, alla XC Esposizione della Società Amatori e Cultori d’Arte di Roma dove, in una sala a lui riservata, oltre ad alcune opere di scultura espone numerose ceramiche sue e della sua allieva Mary Pandolfi de Rinaldis.

Partecipa alle Biennali di Arte Decorativa di Monza del ’23, dove riceve un diploma d’onore, e del ’25 con alcune sculture di ceramica policroma di tema sacro.
A metà degli anni Venti apre una collaborazione con la “Manifattura di Signa”.

Nel 1932 viene nominato Accademico di San Luca e inizia ad insegnare all’Accademia di Belle Arti di Roma.

Nel secondo dopoguerra, nel suo studio di via Oslavia a Roma, torna ai sui inizi simbolisti rielaborando le opere eseguite nei primi decenni della sua carriera.

Muore a Roma nel 1958.