Pro Loco Signa A.P.S.
IL CULTO DELLA BEATA GIOVANNA

IL CULTO DELLA BEATA GIOVANNA

A Signa Giovanna, eremita e vergine vissuta tra la fine del ‘200 e gli inizi del ‘300, è ancora oggi semplicemente e familiarmente indicata come “la Beata”, e la festa “della Beata” è uno dei momenti religiosi più importanti dell’anno.

La più antica biografia della Beata è databile tra il 1383 e il 1396, il Beatae Johannae et miracula. Il manoscritto è piuttosto avaro di notizie, e dopo una breve premessa sul luogo di nascita della Beata nei pressi del Castello di Signa, introduce subito il primo prodigio avvenuto quando Giovanna ancora fanciulletta pascolava le pecore e i buoi e, nel mezzo di una improvvisa bufera di pioggia, su Giovanna e i pastori raccolti intorno a lei, non cadde neppure una goccia d’acqua. Subito dopo questo episodio lo scrittore trecentesco narra come Giovanna, ancor giovane, scelse la vita eremitica chiudendosi in un romitorio. In questo luogo di clausura, identificato col luogo dove sorse poi un piccolo oratorio chiamato “il Beatino”, Giovanna visse parecchi anni operando miracolose guarigioni ai devoti che si recavano da lei. Eventi prodigiosi si verificarono anche dopo la sua morte a beneficio di chi implorava grazie davanti al suo sepolcro.

Molto probabilmente la vita della Beata e la nascita del suo culto sono strettamente collegate alle ripetute ondate di peste che travagliarono tutto il XIV secolo, basti ricordare a conferma di questa ipotesi che le feste in onore della Beata cominciarono fin dal 1385.

Nel corso di questi festeggiamenti, il lunedì di Pasqua, nei quali si commemorava e tuttora si commemora l’anno della prima traslazione o per meglio dire elevazione delle sue reliquie, una folta processione di fedeli, devoti e religiosi rievoca con un corteo composto da circa 300 figuranti, l’annuale processione in onore della Beata.

A promuovere la manifestazione è la Venerabile Compagnia del Santissimo Sacramento e dello Spirito Santo e il Corteo Storico di Signa. Essa si svolge seguendo un’antica tradizione: i protagonisti del corteo sono i quattro Popoli in cui era suddivisa Signa nel Medioevo – Santa Maria in Castello, San Miniato, San Giovanni e San Lorenzo – e al termine della sfilata essi ricevono la benedizione da parte del pievano di Signa, in nome della Beata.

In passato tutte le pievi, o parrocchie vicine, partecipavano alla cerimonia mandando ognuna i propri “angiolini” su di un ciuchino – cioè dei bambini molto piccoli – recanti in mano un passerotto che poi veniva liberato nella Pieve di San Giovanni, assolvendo così ad una funzione di predizione per l’annata.

La presenza degli angiolini e dei passerotti ricorda due miracoli attribuiti alla Beata, quello della resurrezione di un bimbo e della guarigione di un passerotto.

La fama di Giovanna aumentò velocemente e uscì dai confini della pur importante cittadina che cresceva intorno ad uno dei rari ponti che in quell’epoca attraversavano l’Arno.
Ma lei preferì, alla gloria terrena, la solitudine di una cella entro la quale si era fatta murare dall’età di trent’anni. Anche così ristretta, non rinunciò ad aiutare i bisognosi: resuscitò un bambino, ridette la vista ad un cieco, guarì una serva dalla peste.

Nemmeno la sua morte le impedì di continuare a far miracoli: ridette la memoria a Lippa Nardi, risanò la gamba ad un figlio di Nae e Sassetta Ammannati che i medici avevano deciso di amputare….
Il profondo affetto che i signesi nutrono per la loro medievale concittadina è dunque ben motivato e a tutt’oggi, come si fa ininterrottamente da oltre sei secoli (la prima processione documentata risale al 1385), le viene tributata, ogni lunedì successivo al giorno di Pasqua, una toccante commemorazione. Che consiste nell’esporre alla devozione dei fedeli il suo corpo ancora incontaminato Come manifestazione collaterale, ma storicamente legata al culto della Beata Giovanna, viene giocato il “Palio degli Arcieri” che si svolge in settembre e coinvolge i quattro popoli della comunità di Signa.

THE CULT OF BLESSED GIOVANNA

Giovanna’s fame increased quickly and went beyond the borders of the important town that grew around one of the rare bridges that crossed the Arno at that time. But she preferred, to earthly glory, the solitude of a cell within which she had had herself walled up since the age of thirty. Even so limited, she did not give up helping the needy: she resurrected a child, restored sight to a blind man, healed a servant from the plague. Not even her death stopped her from continuing to work miracles: she restored the memory of Lippa Nardi, she healed the leg of a son of Nae and Sassetta Ammannati who the doctors had decided to amputate….

The deep affection that the people of Signa have for their medieval fellow citizen is therefore well-founded and to this day, as has been done continuously for over six centuries (the first documented procession dates back to 1385), it is paid to her every Monday following Easter , a touching commemoration. Which consists of exposing his still uncontaminated body to the devotion of the faithful and organizing an impressive procession made up of around three hundred figures in period costumes. As a collateral event, but historically linked to the cult of the Blessed Giovanna, the “Palio degli Arcieri” is played, which takes place in September and involves the four peoples of the Signa community.

The year of his birth is unknown; his death is also uncertain – some maintain that it occurred in 1307, others in 1348 – but the miracles he performed are known with notarial accuracy: twenty-seven, of which six while he was alive and twenty-one after his death. The Blessed Giovanna (but why not a saint?) – the glory and honor of Signa – soon began to reveal her predisposition for the supernatural. It was when, still a young girl, finding herself grazing her flock, she was hit by a sudden and devastating storm. But she didn’t worry: she found shelter with her sheep under an oak tree and called together the other young shepherds who were wandering around the area in fear. Well, when everyone returned home “not at all wet or offended by the hail, the parents who asked how they could get out unscathed replied: because we stayed with Giovanna.” Subsequent historians and exegetes have identified the place where that prodigious event occurred: it is the village of Luna and in place of the miraculous oak, struck down by lightning in 1761, a small votive chapel was erected.