AUGURI ALLE MAMME 2023
AUGURI ALLE MAMME 2023

AUGURI ALLE MAMME 2023

AUGURI A TUTTE LE MAMME DI SIGNA E A…….SIGNA MADRE DI FIRENZE.

Riteniamo che Signa sia la Madre di Firenze, ma anche di Prato e Pistoia e di tutta la piana fiorentina. Infatti:

Nei pressi di Artimino si trova la Gonfolina, menzionata da Leonardo nel Codice Leicester (ff. 8B-8v, 9A-9r), che una tradizione popolare identifica con una “tagliata” etrusca. Infatti non bisogna dimenticare che sui colli di Grumaggio, proprio di fronte al Masso delle Fate (come è chiamata appunto la “GONFOLINA”) e sopra le cave di pietra, si estendono la necropoli di Prato Roselle e la città etrusca di Artimino.

Un’altra tradizione vuole che a “tagliare” la Gonfolina, definita da Leonardo «sasso per antico unito co’ Monte Albano in forma d’altissimo argine», fosse Ercole Arameo o Libico, discendente di Noè e padre di Thuscus, da cui deriverebbe il nome della regione Toscana. Questo mito è riportato, nel 1497, da Giovanni Nanni (Annio da Viterbo) nel suo Antiquitatum variarum libri, in cui l’autore sosteneva di aver ripreso la notizia da testi di Beroso il Caldeo.

Raffaello Gualtierotti  in un suo testo,  scrive:

” La fondazione della prima città di Firenze, della quale si è havuto in diversi tempi molte dubitazioni e opinioni differenti: perciocché alcuni hanno voluto, che già fusse fondata, e di abitanti ripiena, dal più antico Ercole detto il libico, per la toscana passando ci fondasse città, e aprisse l’acque, del fiume d’Arno, facendo la rottura della Gonfolina a Signa e alla città di Firenze desse principio… “

In questo suo dire esiste una somiglianza con   la “rottura delle acque” nelle donne  quando il “feto” sta per uscire dando “la vita” alla nascita.

…….E QUINDI DA SIGNA NACQUE LA CITTA’ DI FIRENZE DANDOLE IL NOME PIU’ APPROPRIATO DI FIORENZA ESSENDO SBOCCIATO UN FIORE.

Ma nacque anche il fiume Arno che in Aramaico significa “Leone” che si dà il caso sia il simbolo di Firenze. E’ il Marzocco, l’originale statua di Donatello, scolpita nel 1419, resta fino al 1865 nell’Arengario di Palazzo Vecchio. Quindi per l’erosione del tempo – è, guarda caso, “Pietra Gonfolina” – viene trasferita all’interno del Palazzo del Bargello e sostituita con una copia collocata al medesimo posto.